Title: Convivio

Writer: Dante Alighieri


https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/0/0e/Lo_amoroso_Convivio_di_Dante.jpg

Information about the document

  • Languages: Italiano
  • Genres: Ensaio, estudo, polêmica
  • Type: Obra Literária
  • Production year: 1303 - 1308
  • Medium: Manuscrito

Source(s)

  • OPAC (Online Public Access Catalogue) del Servizio Bibliotecario Nazionale (SBN)

ABNT reference of the work

ALIGHIERI, Dante. Convivio. , s.d..

Source: https://it.wikipedia.org/wiki/Convivio

Il Convivio è un saggio composto da Dante Alighieri nei primi anni dell'esilio, ovvero tra il 1304 e il 1307. L'intento dell'autore era quello di agevolare ogni individuo nello spontaneo percorso verso la conoscenza tramite l'alternarsi di canzoni apparentemente ludiche e commenti di carattere pedagogico-morale o dottrinale. Per una maggiore comprensione va tenuto in considerazione l'effettivo privilegio di chiunque all'epoca potesse dedicarsi agli studi e all'otium cum dignitate; pertanto si procede prima elencando i possibili impedimenti che prevengono l'uomo dall'acquistare compiutamente l'habitus di scienza ed in secondo luogo, in quanto fedele, mostra la sua misericordia attiva nei confronti di chi è affamato di conoscenza. In questo, infatti, si esplicita per la prima volta la virtù della "liberalitade", fondamentale per il Dante in esilio ed in continua peregrinazione tra le corti. Una volta raccolte le "partiuncole", o briciole, dall'alta mensa dei sapienti Dante si rivolge al lettore digiuno di insegnamenti filosofici proponendo un banchetto di quattordici portate: 14 vivande (ovvero le canzoni) ed il pane (il commento) con cui mangiarle. Tale transumptio trofica risulta, inoltre, particolarmente congeniale all'associazione dantesca con la liturgia dell'Eucaristia, il Vangelo di Giovanni 6.59 e la parola di Cristo che toglie la fame spirituale. Delle quattordici canzoni del Convivio annunciate «l'opera ne reca e commenta tre sole: (...) è la prima prova severa e compiuta della prosa italiana». Dante non si rivolge ai letterati del tempo «né adopera quindi la loro lingua, perché, attendendo essi al solo guadagno hanno fatto la letteratura "di donna meretrice"». Giuseppe Prezzolini, a tale proposito, ha scritto che le idee di Dante non andarono mai di pari passo con la storia dell'Italia. Così come il De Monarchia è contraria alla «parte più viva municipale e regionale, (...) l'ideale (...) di un linguaggio aulico (Convivio) è contrario alla realtà dei dialetti, che, appena i letterati sono liberi dall'ansia per l'unità (verso il 1860), riappaiono nelle scritturre più schiette (Verga), nei temi dei migliori (D'Annunzio) e nella lirica più pura (Di Giacomo) e nel romanzo del Lampedusa che chiude la letteratura italiana moderna».

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